Ultimamente stiamo assistendo a un revival di quelle che sono le narrazioni provenienti dalla Corea del Sud, almeno per quanto riguarda il cinema e la televisione. Film come Parasite o serie tv come The 8 Show e Squid Game riescono attraverso un elemento surreale o distopico a narrare un contesto sociale costituito da una forte suddivisione gerarchica e da un sistema ancora patriarcale.
Anche nella letteratura sudcoreana, però, ci sono autori e autrici che attingono al surreale per trattare tematiche sociali che altrimenti risulterebbero trite e ritrite. Se da un lato, ad esempio, abbiamo Han Kang con La vegetariana, dove la trasformazione di Yeong-yhe in pianta umana ha un che di surreale, dall’altro abbiamo Bae Myung-Hoon e Kim Bo-young, autori di fantascienza sudcoreana che ben tematizzano aspetti come la globalizzazione, le disuguaglianze sociali e la violenza politica, e i racconti di Coniglio maledetto di Bora Chung (La Tartaruga, 2024), che invece attingono all’elemento weird puro.
I racconti di «Coniglio maledetto»
Un anziano artigiano costruisce una lampada a forma di coniglio per vendicare la morte di un amico distillatore di liquori; una donna dà forma con i propri rifiuti a un essere che assumerà ben presto sembianze umane; una ragazza resta incinta senza aver mai consumato un rapporto sessuale e partorirà un grumo di sangue, mentre un uomo resta vittima di un androide da compagnia che ormai sta perdendo le proprie funzioni, ma verso cui nutre profondi sentimenti d’amore.
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Questi sono alcuni dei protagonisti dei racconti di Coniglio maledetto, racconti che fanno ampiamente uso dell’elemento weird – spesso declinato in chiave fantastica e fantascientifica – per confrontarsi con temi che in particolar modo per i sudcoreani continuano ancora a essere fondamentali, come la suddivisione sociale, il patriarcato, il rapporto con la tecnologia e l’avidità del potere, quest’ultima declinata in chiave capitalistica e dalle connotazioni spesso autodistruttive.
L’elemento surreale nei racconti di Bora Chung
I racconti di Bora Chung sono un misto di weird, horror e fantasy condita da una feroce critica al consumismo, al capitalismo e al patriarcato. L’autrice di Seoul si basa non solo sulla sua attività di attivista sociale, ma anche sul suo interesse per la letteratura europea, avendo un PhD in slavistica all’Università dell’Indiana e traducendo in coreano autori russi e polacchi come Stanislaw Lem.
Gli autori dell’Est Europa costituiscono un’importante influenza nell’opera di Bora Chung (fra le opere che l’hanno colpita di più figura, ad esempio, Čevengur di Andrei Platonov), in quanto, a causa delle trasformazioni sociali e storiche subite fra le due Guerre Mondiali e la Guerra Fredda, secondo Chung i popoli dell’Est e i loro autori hanno sviluppato un’acuta consapevolezza di tutto ciò che è assurdo e insolito nella realtà, continuando a portare avanti nelle opere letterarie quel misto di orrore, fantastico e fantascienza che nasce nel Settecento e arriva fino ai giorni nostri (si pensi ad autori, ad esempio, come Michail Bulgakov, Nikolaj Gogol’, fino ad arrivare a Evgenij Zamjatin e ai fratelli Arkadij e Boris Strugackij).
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Come si coniuga l’elemento surreale con la critica sociale, lo spiega perfettamente l’autrice in una sua recente intervista:
Molte delle storie di «Coniglio maledetto» vengono dalla mia esperienza o da qualcosa che ho trovato sui libri di storia. Sono riflessioni della vita vera in Corea. Nella maggior parte dei casi non mi piacciono gli eventi che stavano accadendo nelle storie […], quindi immagino come riparare i torti, come rispondere a questi eventi spiacevoli e incomprensibili. Il mio commento sociale comincia in maniera così semplice: «Non mi piace questo tipo di cose. Sono ingiuste e illogiche. Queste cose non dovrebbero accadere alle persone»
Traduzione a cura dell’autore dell’articolo
Se è vero quanto diceva Fëdor Tjutčev per la Russia che «è incomprensibile, se si usa la ragione», la stessa cosa vale, allora, anche per la Corea del Sud di Bora Chung, che usa l’elemento onirico e surreale per cercare di spiegare quanto si immagina e quanto noi osserviamo come lettori e allo stesso tempo per dare una specie di giustizia letteraria a chi subisce determinate ingiustizie.
Le ingiustizie sociali dei personaggi di Bora Chung
Le ingiustizie sociali che subiscono i personaggi raccontati da Chung sono spesso legate allo sfrenato individualismo e all’avidità di potere che il capitalismo ha portato con sé. Non è un caso che all’inizio dell’articolo sia stato citato Parasite di Bong Joon-ho, dove la pietra suseok che riceve in dono Ki-woo rappresenta quell’elemento dal sapore surreale simile all’Unico Anello del Signore degli Anelli, che alimenta l’aspirazione a una vita agiata e l’avidità di ricchezza che porta la sua famiglia al triste epilogo. Un esempio di tutto ciò è il racconto eponimo, Coniglio maledetto, dove il distillatore che il protagonista vuole vendicare è morto suicida per le calunnie del suo avversario:
I proprietari di quella grossa azienda che avevano fatto circolare tutte quelle calunnie sul conto dell’amico del nonno, lo lasciarono fallire miseramente e a quel punto poterono riscattare per quattro soldi tutti i suoi macchinari e le sue attrezzature.
Un altro esempio è anche il personaggio della professoressa Lee in Le dita fredde, causa della morte della professoressa Choi per essere diventata l’amante del marito avendo, così, causato il tracollo della collega, oppure l’orfano senza nome di Cicatrici, privato della propria infanzia per salvare un villaggio da una superstizione legata a un morbo pestilenziale.
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Un’altra ingiustizia è legata sia al consumismo che all’emarginazione sociale, entrambe associate a ciò che Byung-chul Han definisce “società della prestazione”, in quanto chi non produce consumo e non è prestante rischia di essere escluso. Esempi sono la protagonista di Testa, che dai rifiuti crea un essere dalle sembianze umane che suscita in lei terrore, oppure il protagonista di Addio, amore mio, che vuole disfarsi di un androide domestico ormai non più funzionante, e quello di La tagliola, che sfrutta una volpe catturata in una battuta di caccia per estrarre pepite d’oro e farla morire di fame a scapito della sua sete di ricchezza.
Incubi risolutori
Tutte queste situazioni si risolvono attraverso l’elemento weird, che si insinua nelle vite dei personaggi per ristabilire la giustizia sociale altrimenti impossibile nella quotidianità. In Coniglio maledetto, per esempio, la lampada a forma di coniglio conduce gradualmente al declino la famiglia del nuovo produttore di distillati facendo ammalare prima il figlio e poi il nipote e portando la sua azienda alla bancarotta, mentre in Testa e Addio, amore mio le creature si ribellano ai loro creatori cercando da un lato di occupare la loro posizione e dall’altro la libertà.
Anche in materia di patriarcato l’elemento surreale e weird cerca di dare giustizia a donne che sono costrette a subire le pressioni sociali del proprio contesto. In Mestruo, il grumo di sangue che la protagonista partorisce è segno di ribellione nei confronti di quegli uomini che vogliono sfruttarla come oggetto di piacere e come mantenimento della propria posizione sociale, mentre in La tagliola lo spettro della figlia del protagonista lo perseguita nei suoi sogni per vendicarsi dell’aborto che gli ha procurato per continuare a sfruttarla per l’oro, e in Il comandante del vento e della sabbia una principessa riesce a salvarsi dall’avidità del principe grazie al crollo del palazzo reale.
Creando, dunque, certe situazioni da incubo e orrore, Bora Chung prova a dare giustizia letteraria ai suoi personaggi, qualcosa che nella realtà dei fatti in Corea del Sud risulta ancora impossibile, ma che grazie all’immaginazione, invece, può esserlo. Facendo ciò, Chung scuote la coscienza dei suoi lettori invitandoli a prendere in mano la propria situazione e a cercare di cambiare le cose che, nel peggiore dei casi, potrebbe portare questi incubi a trasformarsi in realtà.
La Corea è incomprensibile, se si usa la ragione
Finalista all’International Booker Prize 2022 e candidata al National Book Award for Translated Literature 2023, Coniglio maledetto (acquista) dimostra ancora una volta la potenza della speculative fiction, un genere spesso sottovalutato, ma che sa ben scandagliare e interpretare la nostra realtà. Fondendo la tradizione letteraria surrealista e del fantastico a elementi contemporanei di critica sociale e politica come il patriarcato, il consumismo e il capitalismo, Bora Chung sa fare luce su una realtà ancora poco conosciuta come la Corea del Sud in maniera nuova e originale, mettendo in scena incubi che spesso sono più reali della realtà stessa.
Gli oggetti maledetti non devono essere realizzati per fini personali, né per maledizioni private: questa è una clausola del codice etico della nostra famiglia. E ci sarà pur un motivo se lo abbiamo sempre rispettato. Un proverbio giapponese recita: «se maledici qualcuno, non devi scavare una, bensì due tombe». Vuol dire che, se maledici qualcuno, alla fine anche tu finirai in una delle due.
Bora Chung, Coniglio maledetto
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