A spasso con Sally Rooney

«In Irlanda con Sally Rooney» di Fuani Marino

20 minuti di lettura

Scrivere di Sally Rooney è la cosa più difficile che ci sia: da dove cominciare? Dalle presentazioni, ovvio.

La scrittrice irlandese viene spesso definita come “la voce dei Millennial”; in un articolo del Post si parla di lei come della “Jane Austen dei Millennial” o della “Salinger della Snapchat generation”. Per quanto riguarda quest’ultima definizione, conoscendo meglio l’autrice e leggendo qualche intervista, sembra poco veritiera. Stiamo parlando di una scrittrice molto lontana dalle logiche social. Dietro la prima, invece, c’è tanta verità: Rooney, classe 1991, piace molto ai lettori suoi coetanei perché racconta la contemporaneità. Scrive di come pensano, agiscono, si contraddicono, nello studio come nel lavoro, in amicizia come in amore, le persone in quella fase di vita alla fine dell’adolescenza e all’inizio della vita adulta. Quando Sally Rooney parla dei suoi personaggi, è come se stesse parlando di noi. 

In Italia Parlarne tra amici e Dove sei, mondo bello, primo e terzo romanzo, hanno venduto decine di migliaia di copie. Persone normali, da cui è stata tratta anche una meravigliosa serie tv – su RaiPlay dall’11 aprile –, detiene il record di vendite dei libri firmati dall’autore. L’uscita di Intermezzo ha generato un hype che nelle librerie non si vedeva dai tempi di Harry Potter.

Non è facile spiegarsi questo successo o inquadrarla in un genere. Scrive di sentimenti e relazioni, ma è un’autrice con una forte connotazione politica. Parla di lavoro e di conflitti di classe, ma anche di dating app e della fallibilità della comunicazione. Anche il suo pubblico è vario, ma il suo stile letterario è molto preciso. L’autrice privilegia uno stile di scrittura asciutto, minimalista e penetrante e, come Raymond Carver, ha la capacità di scrivere dialoghi profondamente credibili e spontanei. Rifiuta i discorsi diretti, e così trama, pensieri e dialoghi risultano essere un unico flusso che immerge il lettore in una realtà ordinaria in cui può immedesimarsi.

L’impossibilità di comunicare e di esprimere a parole il disagio che attanaglia tutti i personaggi è un aspetto comune a tutti i libri. Sfidiamo chiunque a trovare nei suoi romanzi una pagina che racconti un evento reale, che anche il lettore ha vissuto.

I luoghi della realtà irlandese hanno oltremodo un ruolo centrale, donano forza e coerenza narrativa al testo. Il legame tra l’autrice e questi è palpabile e la lettura, mano a mano che si prosegue, diventa un viaggio. È per questo motivo che, superato il tornado Intermezzo, pubblicato in Italia il 12 novembre 2024 da Einaudi (come i precedenti libri dell’autrice), è servito andare a spasso in Irlanda per arrivare al cuore dei quattro romanzi di Sally Rooney.

In Irlanda con Sally Rooney è uno dei più recenti “Passaggi di dogana” – la collana di Giulio Perrone Editore, nata con l’obiettivo di raccontare le città attraverso la vita e le opere di scrittori – firmato da Fuani Marino.

Il viaggio sulle orme di Sally Rooney

In Irlanda con Sally Rooney parte proprio da Dublino, città che sta molto a cuore all’autrice. È nata e cresciuta a Castlebar prima di trasferirsi qui, dove ha studiato al Trinity College – università ampiamente citata nei suoi romanzi. Città letteraria per eccellenza, Dubino ha dato i suoi natali a James Joyce, autore a sua volta celebrato il 16 giugno: il Bloomsday è una festa nazionale in onore dell’Ulisse.

La lezione di James Joyce trova ampio respiro nei romanzi di Rooney. Scrive Marino: «In effetti i racconti di Joyce sono stati definiti più volte come “cronache della paralisi di una città”, Dublino, appunto, nonché ritratti di esseri – i dublinesi – “spiritualmente paralizzati”». L’autrice lavora profondamente sulla caratterizzazione dei personaggi fintanto che le epifanie – momenti apparentemente ordinari ma capaci di svelare una realtà “altra” – non sono che realizzazioni e gradini che i personaggi devono salire per seguire un’evoluzione personale. Alla fine di ogni romanzo, i personaggi di Rooney non sono mai uguali all’inizio. O forse siamo noi lettori a vederli in modo diverso. Questo perché Rooney è molto brava a sfocare lo sfondo e mettere in risalto il personaggio che prevale sulla trama. 

Dublino, nei romanzi di Rooney, si impone come città universitaria. Frances e Bobbi – le protagoniste del primo romanzo Parlarne tra amici – studiano al Trinity College, così come Marianne e Connell – protagonisti del secondo romanzo Persone normali – frequentano la stessa università. Ma non c’è solo la città nei romanzi di Rooney: ci sono le scogliere, l’entroterra, i sobborghi – veri o inventati che siano. Quasi sempre noi lettori abbiamo a che fare con personaggi che si sentono fuori posto nel luogo in cui si trovano. Questo dipende dallo status socio-economico o dal punto di vista geografico – chi sente la necessità di spostarsi dalla periferia alla città o chi lo ha fatto ma malvolentieri. Tutti temi che in qualche modo fotografano una condizione che non riguarda esclusivamente l’Irlanda ma il mondo intero.

Conflitti di classe e problemi sociali

«[…] il riferimento allo status dei personaggi è una costante di tutti i romanzi di Sally Rooney» scrive Marino. A cominciare da Parlarne tra amici, dove di fatto una coppia sposata – Nick e Melissa – viene messa in relazione con due amiche – come già accennato, Frances e Bobbi, ex fidanzate – che frequentano ancora l’università. A parte qualche momentaneo lavoretto, si parla di due persone non ancora realizzate. Frances, in particolare, affronta doppiamente il suo sentirsi non all’altezza:

Si sente a disagio anche per quel poco che possiede, come il computer portatile di seconda mano appartenuto prima a sua cugina, e allo stesso tempo avverte la differenza fra il tessuto scadente del suo copriletto e quello in cotone egiziano che Nick ha a casa sua.

Al conflitto di classe si aggiunge la dicotomia città/campagna. In Persone normali Connell è il figlio di una cameriera ed è il più popolare della scuola, mentre Marianne è molto ricca, figlia di un’avvocata, ma tende a emarginarsi tra i banchi di scuola, dove viene derisa dai compagni. Al contrario, in città Marianne vivrà con disinvoltura, al contrario del timido Connell che farà fatica ad ambientarsi. In Dove sei, mondo bello Alice, la protagonista, difende la necessità di rifugiarsi in un “territorio rurale” sulle coste dell’Atlantico, vicina al mare. Allo stesso modo in Intermezzo, Ivan – uno dei protagonisti – trova rifugio nella casa di Margaret, in periferia.

La proprietà, il lavoro, il giudizio altrui e l’impatto delle nostre scelte sulla libertà personale. Tutti temi che riecheggiano nei romanzi. Ma a proposito di Intermezzo

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Da un punto di vista musicale il significato (del titolo, ndr) allude a una pausa o a un’interruzione fra due movimenti più lunghi, ma può indicare anche uno sketch o una scenetta comica. Fa riferimento anche a una mossa nel gioco degli scacchi, ai quali uno dei due fratelli protagonisti del libro gioco a livello agonistico. A questo proposito viene da chiedersi se anche noi esseri umani siamo come pedine che si muovono su una scacchiera (ovvero la vita).

Scopriamo leggendo il romanzo che una premessa come questa riassume molto bene ciò che accadrà nel romanzo: i due fratelli Koubek – Peter e Ivan – accusano il colpo dopo la morte del padre. Si ritrovano in un periodo della vita in cui nulla può proseguire come prima perché ogni certezza è crollata. Ivan ha soli ventidue anni, è un ex ragazzo incel e solitario, ex campione di scacchi, ha notevoli difficoltà nel relazionarsi con gli altri e nel comprendere la vita quotidiana. Forse è proprio la paura dell’imminente solitudine – lui che viveva con il padre e contava su di lui più di chiunque altro – a spingerlo verso un amore che sfida le convenzioni. Peter, invece, si è sempre dimostrato essere la roccia della famiglia e invece adesso sente il suo mondo sgretolarsi.

È in questo romanzo, in questo rapporto tra fratelli, che le dinamiche di potere vengono assorbite e analizzate oltre il limite della disperazione.

Sally Rooney fa delle relazioni umane il motore narrativo dei suoi romanzi e ravvisa nei soldi e nel sesso gli altri due interessi principali cui si affida nel costruire trama e personaggi.

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Il sesso e le relazioni nei romanzi di Sally Rooney

Non è elementare scrivere di sesso: il confine tra romance e porno diventa molto sottile quando i personaggi vivono momenti più intimi. Nei romanzi di Rooney è come osservare dal buco della serratura un amplesso. I personaggi cercano di apparire disinibiti, mentre si preoccupano del proprio aspetto, chiedono cosa può dare piacere al partner, «è un continuo interrogarsi su cosa si desidera e cosa è concesso».

Come già accennato, Sally Rooney non ha account personali ma è consapevole del ruolo che i social hanno nella contemporaneità. Non a caso nei suoi romanzi troviamo diversi riferimenti ai social e alle dating app, aspetti che hanno avuto un impatto significativo sulla psicologia e la vita sociale. È ciò che tenta di decostruire e analizzare in particolare in Parlarne tra amici, Persone normali Dove sei, mondo bello. In quest’ultimo romanzo le due protagoniste – Alice e Eileen – sono solite mandarsi lunghissime mail, un modo elegante per recuperare il ruolo introspettivo delle lettere. Raccontarsi, parlare delle precedenti letture e dei propri pensieri è una via d’accesso alla propria anima. Se l’autrice potesse lanciare un nuovo trend, vorremmo fosse proprio questo.

Un like, che può essere un mero segno di apprezzamento, in realtà racchiude molteplici significati – come il simbolo del fuoco nelle reaction delle storie di Instagram, come un Segui o come la scelta di non visualizzare una storia. Si tratta, però, di un modo come un altro per creare fraintendimenti. Come se comunicare non fosse già abbastanza complicato di suo.

Le persone normali non sanno esprimere a parole ciò che provano, sperano di essere compresi, si perdono e si riprendono, non sanno amarsi come vorrebbero.

[…] è proprio questo che indaga la poetica di Sally Rooney: quanto al di là delle intenzioni e dei tentativi, e anche al di là che ci si trovi in Irlanda oppure altrove, i rapporti con chi amiamo siano destinati a restare un casino.

Religione e politica

La Chiesa, più in generale la religione, sembra qualcosa di intrinseco o di subìto dai personaggi. In Persone normali Marianne e Connell si ritrovano prima a un funerale di un amico morto molto giovane e poi alla messa in ricordo del padre di lei. Intermezzo inizia con un funerale, ma in Dove sei, mondo bello l’influenza religiosa diventa uno dei temi da analizzare.

Alla protagonista Alice, scrittrice alle prese con la promozione del suo ultimo libro, più volte vengono poste domande sul femminismo e sul ruolo della Chiesa cattolica nella vita culturale irlandese. In diversi punti del romanzo leggiamo ampie descrizioni dei sacramenti. Questo perché Simon, uno dei personaggi, ammette di essere credente e dopo una notte passata con Eileen – atea convinta – vanno a messa insieme la domenica. Eileen racconterà tutto questo in una delle lunghissime mail che lei e Alice sono solite scambiarsi. Sarà un modo per riflettere insieme ai lettori sul ruolo che ha la religione nella vita quotidiana, sul significato che riserviamo ai sacramenti e alle parole pronunciate durante la messa.

Ai lettori sembrerà di sentire l’odore di incenso e pioggia, il più delle volte. Altre volte capiterà che quell’ora di raccoglimento in chiesa diventi una parentesi di introspezione e di analisi delle persone che catturano la nostra attenzione. 

Prima di concludere, non possiamo risparmiarci dal fatto che anche le riflessioni politiche e il tema dell’emergenza climatica trovano spazio nei romanzi di Rooney. 

A marzo 2024 Rooney ha firmato un editoriale su The Irish Times che denuncia l’impossibilità di contare i morti a Gaza. Successivamente il 25 settembre, in occasione di un evento di lancio di Intermezzo a Londra, la scrittrice ha tenuto un discorso molto incisivo sui bombardamenti e le morti in Palestina, e non solo, causate dall’esercito di Israele: «È difficile evitare la conclusione che stiamo assistendo a un genocidio in atto. La morte violenta di qualsiasi civile, in Israele, in Libano, in Palestina e ovunque, è una terribile tragedia e un oltraggio». Aggiunge Marino:

Sally Rooney ha dimostrato in più occasioni di avere posizioni politiche molto chiare e polarizzate: in linea con lo spirito di questi tempi complessi si definisce “marxista”, e già nel 2021 ha deciso di non concedere a nessuna casa editrice israeliana i diritti dei suoi romanzi come forma di boicottaggio. […] Insieme ad altre scrittrici e scrittori – nel lungo elenco figurano Olivia Laing, Debora Levy, Naomi Klein – Rooney ha sottoscritto […] il documento collettivo A Letter Against Apartheid. Scritta da un gruppo di artisti palestinesi, la lettera chiedeva la fine della violenta occupazione e colonizzazione israeliana e tra le altre cose, suggeriva ai colleghi artisti di astenersi dall’esibirsi in Israele fino alla fondazione di uno Stato palestinese libero e indipendente.

Quanto c’è di vero nei suoi romanzi?

Per concludere, la domanda più odiosa e urticante per un lettore: è autobiografia? Non proprio: per scoprire quanto c’è di vero, non resta che consigliarvi la lettura del brevissimo In Irlanda con Sally Rooney di Fuani Marino (acquista). E magari, perché no, fare un giretto in Irlanda.

Noi di Magma Magazine crediamo che sia impossibile trascendere l’esperienza personale dalla scrittura, ma scrivere non vuol dire esclusivamente parlare di sé. Un bravo autore sa nascondersi dietro la trama che eleva il personaggio, suo portavoce per esprimere un disagio che si vuole analizzare o denunciare. 

Secondo Marino: «Rooney non considera la sua vita privata abbastanza interessante per essere materiale da romanzo e tuttavia afferma che in tutti i suoi personaggi ritrova un po’ di sé». 

Che sia una storia vera o meno non è importante: ciò che conta è quanto un lettore si riconosca in una determinata storia. Un segreto che in letteratura ci è sempre stato sotto gli occhi. È così che un romanzo diventa un “classico”, dunque eterno. Per citare Italo Calvino: parliamo di un libro che «non ha mai finito di dire quel che ha da dire».

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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