«Perché leggere?». Tante volte un lettore, scrittore, editore, giornalista e tutti coloro che si muovono nel settore culturale si sono sentiti ripetere questa domanda. Sarà il fascino di un oggetto senza tempo, sarà il modo in cui il libro si trasforma in un amuleto contro la malinconia della solitudine, o forse perché in una società che rincorre, fare ritorno a una passione che ha il coraggio di aspettare è una sensazione bellissima.
Le pagine da sfogliare, l’odore della carta, l’inchiostro nero e il font che, sì, rendono il libro una pura dipendenza, sono soltanto piccolissimi elementi che compongono un quadro di emozioni tutt’altro che completo. E non è di certo un quadro di Monet o Van Gogh. A metà tra un Kandiskij e un Pollock, è un’esplosione di cinismo, sregolatezza e soprattutto audacia. La stessa che porta i numerosi editori della piccola e media editoria a scegliere di partecipare a Più Libri Più Liberi – Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria. È l’appuntamento culturale più importante della Capitale riservato all’editoria indipendente, promosso e organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE). In cielo, una sola nuvola, la sede del Roma Convention Center La Nuvola dell’Eur.
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Sabato 10 dicembre noi di Magma Magazine ci siamo ritrovati tra i corridoi degli stand, indecisi tra i numerosi eventi da seguire, felici di rivedere le case editrici che contaminano la nostra esistenza. Allargare gli orizzonti, spingersi non solo oltre i confini del mondo che ci circonda ma anche di quelli del Sé è l’obiettivo, nonché il tema fondativo della lettura, promosso dalla Fiera dei piccoli e medi editori.
Più Libri Più Liberi 2022, il quarto giorno
Roma, la cornice del festival Più Libri Più Liberi, accoglie le case editrici in un clima caldo, nonostante l’inverno sia dietro l’angolo. Sembra quasi che l’estate non voglia lasciare la città che, al contrario, è pronta a celebrare il Natale. Una forma di nostalgia nei confronti dell’estate (in)finita. Un clima perduto e ancora esistente che diventa protagonista del romanzo Diario di un’estate marziana di Tommaso Pincio (Giulio Perrone Editore) presentato da Nadia Terranova. La storia di un incontro tra l’autore e lo scrittore Ennio Flaiano. Entrambi legati a Roma, ognuno a modo suo, entrambi irrequieti nonostante appartengano a due epoche ben diverse. Un incontro che nella scrittura trova spazio, la reincarnazione di un mistero.
Dentro il margine c’è una bellissima libertà. Dentro quel mistero nascono i romanzi più belli.
È con queste parole che Nadia Terranova presenta Tommaso Pincio, ed è dal mistero nel romanzo che l’autore incanta il cuore dei lettori aprendo gli occhi su sostanziali sottigliezze, dallo sguardo orizzontale e verticale nei quadri – ossia un modo di vedere la vita negli elementi o nella sua essenza – al confine di Stevenson – nel distinguere gli scrittori in due: coloro che vedono un confine tra la letteratura per bambini e per adulti e chi no («Kafka c’ha provato, o Borges. Stevenson c’è riuscito»).
Roma è materia di storia, di incontri mai insulsi, di ironica malinconia in cui il tempo è un terribile spreco se vissuto in maniera frenetica.
Al primo piano, invece, tra gli stand delle biblioteche, dietro lo spazio Robinson, ecco lo spazio Rai con Annie Ernaux. O almeno, con la sua scrittura attraverso la voce di Sonia Bergamasco e le letture da Il posto e L’evento, in dialogo con Lorenzo Flabbi, editore e traduttore della Premio Nobel.
Parole che riecheggiano, parole scevre d’imbarazzo, che ricercano la precisione, l’esattezza della memoria. Anche a rischio di essere banali o “piatti”. Senza distogliere lo sguardo da ciò che è osceno. Da qui, la vergogna nei confronti della propria epoca alla vergogna del corpo. Nel mezzo, il più difficile da tradurre: L’evento.
E forse il vero scopo della mia vita è soltanto questo: che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri diventino scrittura, qualcosa di intelligibile e di generale, la mia esistenza completamente dissolta nella testa e nella vita degli altri.
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Per concludere, l’evento dedicato a Chez Proust, il podcast dedicato all’autore Marcel Proust e alla sua monumentale Recherche. La libertà, la simpatia e gelosia dietro l’amore nei confronti di un libro che intimorisce e tenta, attraverso la riflessione di tre Proustiani: Ilaria Gaspari – nonché autrice del podcast –, Giuseppe Girimonti Greco e Stefano Brugnolo. Un amore per il paradosso mai fine a se stesso, che fa della coincidenza poetica il punto d’incontro finale con la libertà, il dono più importante che un libro può dare.
Il governo vuole cancellare la 18App: l’allarme di editori e librai
Ma il quarto giorno di Più Libri Più Liberi è il giorno in cui tra gli stand tiene banco la notizia dell’emendamento che cancella la 18App, il bonus da 500 euro che ragazze e ragazzi possono usare al compimento dei 18 anni per i loro consumi culturali. Abolire questa misura darebbe un colpo alla lettura nel nostro Paese la cui crescita, come sappiamo, è strettamente collegata allo sviluppo civile, sociale ed economico.
Contemporaneamente, tutte le maggiori associazioni del mondo del libro si sono unite in un comunicato in cui chiedono il ritiro della proposta di cancellazione.
Da quando è stata approvata nel 2016 la 18App ha consentito a migliaia di giovani di esplorare e avvicinarsi al mondo del libro, scegliendo in piena libertà cosa leggere. Questa misura non solo ha sostenuto il mondo del libro economicamente, ma ha consentito a un Paese che tradizionalmente legge poco di fare enormi passi in avanti. Lo certifica l’Istat: nei primi tre anni il bonus ha permesso una crescita della lettura nella fascia d’età 18-21 anni dal 46,8% al 54%.
Tra i firmatari: AIE – Associazione Italiana Editori, ADEI- Associazione degli Editori indipendenti, ALI – Associazione Librai Italiani, SIL – Sindacato Italiano Librai, Federcartolai Confcommercio, AIB – Associazione Italiana Biblioteche, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, SLC-Cgil Sezione Nazionale Scrittori.
Perché leggere?
Leggere è devozione, assoluzione. Richiede tempo, spazio, tranquillità. Dedicare la vita alla lett(erat)ura è un atto rivoluzionario, una dichiarazione d’amore. Non è un hobby, non è un passatempo e non lo considererò mai un bisogno secondario. Un libro non letto è un giorno sprecato, un amico perso, una sensazione paragonabile al posto in piedi quando la metro è stracolma di turisti. Si può farne a meno? Non esattamente. Si vorrebbe dedicare ogni minuto della propria giornata alla lettura? Sì, eccome. «Perché leggere» è un paradosso, un rischio, è un dato di fatto che non si è mai in grado di spiegare, a volte non è chiaro nemmeno a chi prova la stessa dipendenza dalla lettura. E probabilmente anche questa volta sarà un fallimento. Ma menomale che c’è Roma, che c’è PLPL, un’edizione da record con oltre 100mila presenze.
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