Cosa leggere quest’estate? I nostri consigli di lettura

17 minuti di lettura

Oltre a portare con sé le tanto agognate vacanze, l’estate rappresenta per molti di noi il momento in cui tornare a rilassarsi con un buon libro. D’altronde, lo sappiamo bene: la frenesia del quotidiano troppo spesso toglie tempo alla lettura. Se qualcuno finalmente attingerà dalla pila di libri che da mesi ha sul comodino, qualcun altro potrebbe avere bisogno di qualche idea. Se sentite di appartenere a questa seconda categoria, lasciatevi ispirare dai nostri consigli. Tra classici intramontabili, esordi e opere di nomi più o meno noti della narrativa italiana e straniera, ce n’è davvero per tutti i gusti. Buone vacanze!

«La lentezza» di Milan Kundera

Edito in Italia da Adelphi, La lentezza di Milan Kundera è il settimo romanzo della sua produzione letteraria e il primo a essere scritto in lingua francese. Ispirata al racconto erotico di Vivant Denon Senza domani, la storia intreccia due vicende amorose che accadono in epoche diverse, ma incentrate su una serie di riflessioni sul pensiero edonistico e in grado di cogliere tutti gli aspetti contraddittori dei vizi e dei vezzi degli umani. La lentezza (acquista) è un libro legato alla memoria e alla capacità di ricordare, soppressa da un senso di velocità che tende ad annullare ogni forma di ricordo – e quindi anche l’esperienza vissuta – a causa di qualche fallimento e del senso di vergogna che questo porta con sé.

Con il suo umorismo dei tratti filosofici, Kundera ci consegna una storia da leggere, come suggerisce il nome, con lentezza, per cogliere tutta una serie di particolari che riflettono la condizione sociale e culturale dei personaggi, inseriti in una società intrisa di ipocrisia e contraddizioni.


«Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia» di Michele Ruol

Agli amanti della narrativa italiana questa estate consigliamo Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, l’esordio di Michele Ruol per TerraRossa Edizioni. Il libro narra la storia di due persone – chiamate semplicemente Padre e Madre – alle prese con la peggiore tragedia che un genitore possa immaginare: l’improvvisa morte di entrambi i loro figli – chiamati Maggiore e Minore – in un incidente d’auto.

Il tutto ci viene raccontato da un punto di vista insolito: quello degli oggetti presenti nella loro casa, attraverso i quali impariamo a conoscere tutti e quattro i componenti di questa famiglia spezzata e a ricostruirne la storia, un frammento alla volta. Perché, a ben vedere, un oggetto – persino il più banale – non è mai solo un oggetto: spesso, infatti, racchiude storie e ricordi inimmaginabili.

Benché al suo primo libro, Ruol riesce a raccontare questa storia molto dolorosa con un’eccezionale delicatezza, senza mai risultare banale o stucchevole. E, come tutti i libri ben scritti, anche Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (acquista) è un romanzo da rileggere almeno una seconda volta, per notare e apprezzare tutti i piccoli dettagli disseminati nel testo che ci erano sfuggiti la prima.


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«Qualcosa per il dolore. Memorie dal mondo dell’ippica» di Gerald Murnane

«Qualcosa per il dolore» di Gerald Murnane

Gerald Murnane è ormai un autore di culto. Nonostante non abbia mai messo piede fuori dai confini nazionali australiani, la sua letteratura è capace di rispondere a esigenze universali. Questa estate vi consigliamo il suo Qualcosa per il dolore. Memorie dal mondo dell’ippica, pubblicato da Safarà Editore: un libro, come scrive Eugenio Giannetta su L’Avvenire, «umano e pieno di umanità», che non ha la presunzione di fissare le dinamiche di uno sport. Piuttosto, i cavalli diventano il pretesto per rievocare e rivivere i propri ricordi. Perché, come afferma provocatoriamente l’autore, «l’ippica aveva da insegnarci tanto quanto Shakespeare e di sicuro molto più di alcuni pretenziosi film e opere teatrali».

In un’ironica accettazione di sé, Murnane sviluppa per tutta la vita un mondo immaginifico speculare a quello reale, dove rifugiarsi nelle speculazioni su corse vere o inventate che siano. Qualcosa per il dolore (acquista) racconta anche la storia familiare dell’autore. Una descrizione di un microcosmo ai confini del mondo capace di regolare sistematicamente la vita di pochi individui, ma in grado di condizionare misteriosamente anche quella degli altri. Un libro che per introspezione psicologica non ha nulla da invidiare a certi capolavori del secondo Novecento.


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«Tre piani» di Eshkol Nevo

Questa estate vi consigliamo anche Tre piani di Eshkol Nevo. Pubblicato in Italia da Neri Pozza, è una commistione perfetta tra narrazione avvincente e indagine umana. L’opera si fonda su un espediente narrativo alquanto semplice: raccontare le esperienze intime di tre famiglie, ubicate nella stessa palazzina borghese nella periferia di Tel Aviv, ove ogni piano rappresenta un’istanza intrapsichica freudiana.

Al primo piano troviamo dunque l’Es, l’istanza degli impulsi erotici e distruttivi, che guidano le azioni di Arnon, un padre di famiglia, il quale, attraverso un dialogo-monologo con un amico, racconta il progressivo perdere il controllo delle proprie azioni, a seguito di un evento che ha sconvolto la sua famiglia.

Al secondo piano vi è Hani, madre di due figli, moglie di un marito sempre in viaggio. Hani rappresenta l’istanza dell’Io, ovverosia l’istanza legata alla consapevolezza, all’ordine delle attività psichiche. Questo bisogno di ristabilire un ordine tra la realtà interna ed esterna emerge in una lunghissima lettera che Hani scrive ad una vecchia amica, nella quale mette in dubbio alcuni avvenimenti recenti, chiedendosi se siano veri o se siano semplicemente proiezioni del suo desiderio di affetto e compagnia.

Infine, al terzo piano, troviamo il Super-Io, l’istanza nella quale si raccolgono modelli comportamentali, schemi morali e divieti, sapientemente incarnati nella figura di Dvora, giudice in pensione. Attraverso i messaggi lasciati sulla segreteria telefonica del marito morto, Dvora riflette sulla sua vita, accorgendosi d’aver ingenuamente pensato, fino a quel momento, che il confine tra bene e male fosse ben definito, e che saperlo riconoscere potesse proteggere dai dolori della vita.

Attraverso una scrittura magistrale, in Tre piani (acquista) Eshkol Nevo crea uno spazio letterario e fisico che il lettore può usare a proprio piacimento, salendo e scendendo le scale, riscoprendosi nelle diverse storie, nei loro particolari umani.


«Chi dice e chi tace» di Chiara Valerio

Tra i consigli di lettura per l’estate c’è anche Chi dice e chi tace di Chiara Valerio (Sellerio), titolo incluso nella sestina finalista del Premio Strega 2024. Il romanzo parla di molte cose, la trama potrebbe dare l’idea che si tratti di un noir, ma in realtà è anche indagine sulla provincia, e tocca temi come la libertà di appartenenza di genere, la lotta sociale e la mutevolezza dell’essere femminile. Qui i grandi protagonisti sono i silenzi, i silenzi degli abitanti di Scauri, una lingua di sabbia che affaccia sul Mar Tirreno e corre parallela alla via Appia. In questo paese di poche anime accade un fatto misterioso: Vittoria, una donna che abitava a Scauri ma non vi era nata, muore affogata nella sua vasca da bagno, nonostante fosse un’ottima nuotatrice.

È a questo punto che l’avvocato Lea Russo inizierà a indagare sul passato di Vittoria e scoprirà molti retroscena e altrettante storie che volutamente questa aveva taciuto al paese. Se avete ancora qualche dubbio, ecco le motivazioni con cui Matteo Motolese ha proposto Chi dice e chi tace (acquista) al Premio Strega 2024:

Chiara Valerio sceglie la forma dell’inchiesta, dell’indagine per scrivere un romanzo di rara intensità, ritmato con straordinaria sapienza narrativa, sull’ambiguità dei nostri desideri, su come ciò che sappiamo degli altri – quelli che ammiriamo, che amiamo – ma anche di noi stessi sia un orizzonte sfuggente, parziale, sempre in movimento.

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«L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio» di Haruki Murakami

Uscito in Italia per Einaudi, L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (acquista) di Haruki Murakami narra la storia di Tsukuru Tazaki, un uomo che ha sempre vissuto sentendosi privo di un’identità. Ciò in quanto durante la sua giovinezza era parte di un gruppo affiatato di amici, ma improvvisamente venne escluso senza spiegazioni. Questo trauma lo segna profondamente, portandolo a una vita di introspezione e isolamento. Anni dopo, spinto da una nuova relazione, intraprenderà un viaggio per confrontarsi con il passato e cercare risposte.

Murakami offre uno sguardo profondo e commovente sulle complessità delle relazioni umane e la ricerca di sé: il romanzo esplora temi di identità, solitudine e redenzione come nei classici romanzi di Murakami. Il viaggio interiore del protagonista passa attraverso il lutto di una perdita che non corrisponde a una storia d’amore, ma alla fine di un’amicizia, altrettanto traumatica e qui mirabilmente descritta. Impossibile non entrare in empatia con un protagonista così vivido e sincero, grazie anche a una narrazione così scorrevole ma a tratti onirica.


«Il fuoco che ti porti dentro» di Antonio Franchini

Il fuoco che ti porti dentro è l’ultimo romanzo di Antonio Franchini, edito da Marsilio e candidato alla cinquina del Premio Campiello 2024. Di figli e figlie che scrivono romanzi sui propri genitori è piena la letteratura, così come sono molti gli autori che nei loro romanzo non hanno dissimulato il loro astio nei confronti della proprio famiglia. Con una scrittura graffiante, Franchini parla di sua madre Angela, una donna insolente, poco materna, tutto l’opposto dell’ideale di mamma buona, dolce e affettuosa. Nelle sue vene scorre il veleno, il rancore.

Lei ha studiato al liceo classico e poi all’università, ha il tipico fisico delle donne meridionali, ha sposato un uomo molto più grande di una classe sociale superiore alla sua, ha avuto tre figli: oltre al narratore, due sorelle che hanno subito le prepotenze, le cattiverie di questa donna difficile da contenere. L’autore non censura nulla di lei, nemmeno le espressioni più colorite, grevi, che escono dalla bocca di Angela – ed è qui che entra in gioco il dialetto napoletano –, piene di odio e che non risparmiano nessuno. Il fuoco che ti porti dentro (acquista) non è un memoir ma un romanzo su quel male che questa donna si è portata dentro fino alla morte e che, come una spina, si è conficcata dentro la vita di tutti i componenti della famiglia. Franchini, desideroso di comprendere questa donna dal carattere impossibile, ha provato a raccontarla come personaggio, senza nascondere odio e difetti né redimerla dal suo malamore.

Una lettura consigliata a chi nei romanzi familiari ricerca l’indagine del passato e del presente per arrivare alla radice del male personale. Ci si ripromette sempre di essere persone diverse – migliori – dei propri genitori, ma quanto i geni ci tradiscono?


«Lions» di Bonnie Nadzam

Questa estate vogliamo consigliarvi anche Lions, il secondo romanzo dell’autrice statunitense Bonnie Nadzam, uscito in Italia per Edizioni Black Coffee. La vicenda si svolge in un paesino disperso negli altipiani del Colorado: una realtà, a tutti gli effetti, fantasma, non solo perché gli Stati Uniti si sono dimenticati della sua esistenza ed è ormai ridotta a un diner, una gas station e un negozio di ferramenta, ma soprattutto perché vi si aggirano delle figure misteriosissime: dei fantasmi legati al suo passato e alla sua fondazione.

Gli abitanti, quei pochi rimasti, non si fanno più domande. E, non appena arriva in visita un viandante dall’aria sinistra, decidono definitivamente di abbandonare Lions. Tra i pochi rimasti vi è una coppia di diciassettenni, che si conoscono da sempre e sono innamoratissimi l’uno dell’altra. Ora si trovano di fronte ad uno di quei bivi “senza segnaletica”. Sono divisi tra l’idea di restare per portare avanti l’attività di famiglia oppure fuggire in città per scrivere un futuro diverso. Lions (acquista) non è solo un’interessante riflessione sul tema – tipico della letteratura statunitense – dell’ossessione per l’autorealizzazione, ma anche uno spunto per affrontare tutti quei bivi senza segnaletica che la vita ci pone davanti.

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Redazione MM

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